Questo amore che fa male

Anni fa una donna mi fermò per la strada, a Roma, e mi prese la mano: fu tanto fulminea che non feci in tempo a sottrarmi o a pensare che potesse avere cattive intenzioni, così la ascoltai. Parlava inglese.

  • Tu sei nata per diventare amore, la seconda parte della tua vita sarà amore. Mi chiamo Rose.

Rose – la Rosa sparì come era comparsa, e mi ritrovai a chiedermi se fosse accaduto sul serio o fossi stata vittima di un’allucinazione. Gli anni che sono seguiti mi riportano spesso a lei, di cui ricordo a stento i contorni e i tratti ma non dimenticherò gli occhi: una fiamma ardente di un colore che in natura non esiste.

L’amore è il più grande, unico tema nella Via della Cura: lo è anche quando stiamo affrontando una malattia fisica o un trauma di altro genere. I lutti hanno una profonda radice nell’amore, sempre, e ogni tipo di disagio può comunque risalire all’energia dell’amore che si è incastrata, avvitata, confusa da qualche parte. Ecco perché mi sto occupando sempre di più, come ha predetto la Rosa misteriosa, dell’amore: fino a diventare amore (magari!).

Non possiamo pensare di escludere dall’orizzonte delle cure e dell’autocura un sentimento così forte e totale, misterioso e coinvolgente: è una vibrazione non manipolabile che crea l’illusione di potere essere controllata. E controllare è solo un’illusione, in effetti: chi ha bisogno di influire su una relazione sentimentale o di amicizia sta dimostrando di non essere in uno stato di sicurezza, di non percepire che quell’amore sia davvero saldo. Non si difende mai a priori ciò che si regge da solo.

Nel percorso dell’esistenza incontro con una relativa frequenza persone impaurite dalla parola amore: la bistrattano e fraintendono imponendo a sé e agli altri un rigido controllo sui confini entro i quali applicarla, e di fatto creano le condizioni per i disturbi e le malattie della psiche e del corpo. Ogni volta che limitiamo la parola, il pensiero, le azioni a noi e agli altri ritenendo di averne il sacrosanto diritto compiamo l’atto criminale e vano di seminare una disarmonia psichica ed energetica che prima o pi presenterà il conto. Facciamo ammalare il corpo e la mente, e primariamente il cuore (disturbi organici compresi), fingendo di non vedere che potremmo evitare di costruire gabbie e prigioni e goderci ciò che abbiamo senza prefigurare tragedie.

Il pensiero del passato e del futuro è il nemico dell’amore: portarsi addosso i pesi di memorie che influenzano il presente è un atto inutile, soprattutto se si chiede al/alla partner di accettare qualche comportamento anomalo nel nome dei traumi vissuti anni prima, ma anche correre troppo avanti fa male perché porta a uno spostamento dell’attenzione su ciò che ancora non esiste. Restiamo qui, adesso, nell’istante preciso in cui viviamo: quanto amore non stiamo vedendo? Quanti sorrisi trascuriamo perché li vorremmo più pieni, più rossi, verdi o gialli, più appassionati, più lunghi? L’amore è paziente e tenace ma non aspetta: ci dona la possibilità di entrare nelle relazioni ogni giorno, e se già le abbiamo ci favorisce nel goderne in pieno, ma sta a voi riconoscere che ogni istante di ogni messaggio, pensiero, parola, stretta di mano, bacio, amplesso, allusione sia tutto l’universo concentrato in un momento.

Di amore e di relazioni parlerò con Alessandro Pellizzari il 13 aprile alle 18.30 a Villa Umberto ad Abbiategrasso: presenteremo i nostri libri e risponderemo alle vostre domande. Per iscrivervi gratuitamente potete telefonare a 3396009610 oppure scrivere a eventi@villaumberto.it