Nel ritorno degli amanti lo zampino di un ragno (con il suo violino)

“Ci siamo sentiti di nuovo. Ma c’era un motivo: è stato morso da un ragno violino, ero preoccupatissima quando me l’ha scritto”. Il ragno violino, la cui variante mediterranea non ha una rilevanza medica e ha provocato sporadici casi di reazione infiammatoria trattata con farmaci, è attualmente il maggiore pretesto per il riavvicinamento degli amanti.

Per un po’ di tempo la scusa ufficiale per prestare ascolto ad amanti confinati nel “no contact” è stata il COVID (oppure la vaccinazione relativa a questa infezione), adesso ci si orienta sugli effetti pericolosi di un piccolo ragno che vive negli anfratti delle case ed è così timido da uscire solo durante la notte. Credevo che si trattasse di un caso sporadico, invece no: nelle ultime due settimane almeno cinque persone mi hanno confidato di essere state convinte a ritornare in una relazione tossica dal pretesto di una puntura del ragno violino. L’amante, punto/a dal ragno e non dalla freccia di Cupido, era a rischio per la sopravvivenza: si è reso necessario ricominciare con i messaggi, le telefonate, gli incontri. Eros vince tutto, guarisce anche dalle punture di ragno.

Per rientrare in una situazione che attrae ma che si percepisce dannosa per sé bisogna trovare un motivo molto forte, soprattutto se sono state generate aspettative in chi si ha intorno. A volte si promette a qualcuno di non rispondere mai più all’amante, fonte di tormento e di un’alternanza tra passione e delusione: promesse inutili, puntualmente tradite dal fuoco invincibile del desiderio sensuale. Il ragno violino si sta prestando volentieri a fungere da innesco per i rinnovati incontri delle coppie che si prendono e lasciano con regolarità.

Quando si ama ma la relazione non ha speranze di costruttività i periodi di lontananza sono frequenti: si prova a riflettere, si forza la mano a chi non si impegna in modo concreto, si tace per astio o frustrazione. Oppure semplicemente non ci si può vedere o sentire a causa delle vacanze estive o natalizie insieme al/alla partner ufficiale. Cala il gelo, o presunto tale. Nei primi momenti si crede che tutto andrà bene: ci si immerge nei propri interessi e ci si sente forti. Poi le cose cambiano, e ogni minuto di silenzio è un macigno pieno di fantasie di abbandono. Per una questione di orgoglio riprendere a frequentarsi richiede una ragione valida: è importante per il circolo amicale, cui si è promesso di resistere senza il legame che stava generando problemi, ma anche per gli psicoterapeuti che sostengono in una via di guarigione affettiva e – soprattutto – per l’autostima. Perché ogni ritorno è una botta tremenda all’immagine di sé, all’amore che si prova per la propria integrità psicofisica. Ecco, quindi, che la puntura del ragno violino giunge in soccorso: nessuno con un cuore pieno di sollecitudine e pena rinuncerebbe a confortare l’amato/a nel momento del dolore, e, si sa, da cosa nasce cosa.

Non sarebbe meglio ammettere che Eros ha colpito, ed è bellissimo lasciare che ci travolga?