So di avere già parlato di amore e manipolazione, ma ripetere non fa male. La manipolazione è uno dei modi migliori per illudersi di essere amati.
La parola manipolazione suscita sempre una reazione sdegnata: “Io? Ma figuriamoci, non manipolo nessuno”. La realtà è che una forma sottile (o anche grossolanamente evidente) molto spesso esiste, soprattutto nelle questioni dell’amore: il sentimento più ambito, cercato, frainteso, salvifico che possiamo sperimentare induce a scovare ogni mezzo per tentare di trattenerlo.
La realtà è che l’amore è libero, incondizionato per definizione (anche se applicato in modo condizionato nella sua forma umana) e privo di aspettative. E’ la più indipendente delle energie. E’ nudo, imprevedibile, potentissimo. Ecco perché arriva e se ne va, si trasforma e non resta fermo dove vorremmo sistemarlo. Accettato in questo modo riesce perfino a sembrare eterno: lo è, in effetti, ma non come immagineremmo. La sua eternità risiede nell’includere e mai nel frammentare, nell’arrivare e partire dallo spirito e non dai corpi, nell’insegnare lezioni che possono apparire durissime e sono invece evolutive.
Senso di colpa, disturbi fisici ricorrenti, richieste di aiuto e sostegno con pretesti variabili, recriminazioni, contratti materiali che diventano obblighi, psicoterapie improvvisate nella coppia: ecco le forme più comuni di disagio e di conseguente fuga dell’amore. E’ un sentimento che non conosce prigioni, non ne desidera e casomai contribuisce a distruggerle: quando interviene e rompe l’ordine costituito lo fa perché era necessario, perché in quell’ordine qualcosa non funzionava più.
Cercare l’amore implica accettarlo: solo così arriverà, deciso a non andarsene tanto in fretta.