Alcuni chiedono che lo spieghi in quattro e cinque frasi nei social network, altri comprendono al volo che si tratta di un’esperienza unica e individuale in cui la mia presenza è compagnia amorevole o severa, neutra ed empatica, a volte una guida ma mai sostituto della responsabilità personale: alludo al percorso della Cura. Quando ci troviamo in disequilibrio o in un vero e proprio stato di malattia la medicina convenzionale è la risorsa principale, ma non può essere l’unico rimedio: esistono processi interiori che hanno contribuito in modo sostanziale a creare il problema, e quei processi chiedono di essere intuiti e accolti, poi usati per riconvertire in salute ciò che si era guastato.
La medicina integrata mette insieme l’eccellenza della medicina convenzionale e i rimedi integrativi (altrettanto eccellenti se consideriamo l’impatto sul Ben-Esistere e su alcune funzioni vitali), ma anche questo non basta: lo sguardo deve rivolgersi dentro, mai ai soli fenomeni che riguardano il corpo fisico e la cosiddetta “psiche”.
Centrarsi e lasciare che alcune guide ci accompagnino senza sostituirsi a noi è la Via della Cura. Non significa rinunciare alla sapienza di chi ha studiato anni e si è laureato in medicina per poi specializzarsi (vediamo abbastanza ciarlatani in giro, parlano di qualunque cosa attribuendo sapienza ad altrettanti ciarlatani che magari arrivano dall’estero, sperando che il senso dell’esotico attiri l’attenzione e la speranza di chi soffre): è rendersi conto che senza un processo interiore, un cammino speciale da farsi prendendo la responsabilità delle proprie scelte, è difficile che esistano un nuovo equilibrio e una guarigione reale.
Ecco, se dovessi spiegare ciò che è inspiegabile cioè cosa facciamo i miei pazienti e io in studio direi: ci ri-conosciamo e cerchiamo la Via unica per ognuno, ascoltiamo e parliamo e usiamo medicine di varia provenienza ed energie canalizzate con le mani, la voce, gli occhi, e intuito e razionalità e cultura ed empatia, per costruire per ogni singola persona la vera Cura. Non nascondo più che un enorme ruolo abbia l’intuizione, l’ascolto della Guida interiore che ognuno possiede: non tradisco nessuna medicina se ammetto, come ammetterebbero a mezza voce tanti colleghi, che le migliori diagnosi e le terapie più efficaci siano arrivate da “non si sa bene dove”, un sussurro al cuore o alla mente o ai sensi.
Settimana dopo settimana, i cosiddetti pazienti e io evolviamo (insieme) un bel po’.