Il senso della malattia

Succede spesso che le persone che arrivano in studio dicano di avere riflettuto e identificato alcune cause probabili per la malattia che le ha colpite. Alludono allo stile di vita solo nella minoranza dei casi: di solito vogliono dire che, ritornando indietro con il pensiero, hanno elaborato una teoria sulla propria gestione dei traumi, della rabbia, delle emozioni.

E’ ovvio: sappiamo che nessuna malattia si basa solo su meccanismi cellulari e siamo intimamente certi che c’entrino le emozioni. Molta parte della ricerca scientifica descrive i fenomeni patologici, ma non è in grado di spiegare le vere origini: gli studi sui meccanismi dello stress cronico e la correlazione con l’insorgenza dei tumori iniziano a stabilire una piccola verità, ma la strada è lunga.

Il problema sta nella difficoltà a scovare i rallentamenti emotivi che possono avere mosso verso lo squilibrio della malattia ormoni e neurotrasmettitori, sostanze chimiche e segnali interni.

Dentro di noi si verificano fenomeni che determinano di continuo la funzione degli organi e sistemi: le emozioni sono segnali chimici ed elettrici, quindi sono legate all’equilibrio e allo squilibrio del corpo.

Arrivare alle possibili cause vere di una malattia non si basa su percorsi solo razionali e nemmeno su decine di testi da consultazione: ho un brivido quando mi si dice che se un certo organo è colpito sicuramente c’entrano la madre o il padre o un lutto o una perdita in denaro.

Non siamo fatti in serie, nemmeno le malattie si assomigliano anche quando le classifichiamo con lo stesso nome. Niente in noi è standard: siamo unici e come tali andremmo trattati. Se mi chiedete quale sia il senso della malattia vi rispondo che spesso è tanto evidente da non trovare parole, ma non è mai facile coglierlo nella sua completezza e nei processi di reversibilità. La malattia parla, dimostra, suggerisce, ma anche la Voce Guaritrice interna lo fa.

Lo fanno i doni speciali che possediamo, i talenti da tirare fuori e la qualità del punto di vista che scegliamo. So che le parole funzionano, ma anche i processi emotivi: insieme alla medicina convenzionale e integrata è necessario agire con l’energia verbale e con una presenza empatica che non invade ma accompagna.

Il resto è alchimia: di tutta questa riflessione spero che vorrete interiorizzare questa ultima frase. Il resto, ciò che è determinante, è alchimia.