amore

Non si vive con il freno a mano tirato

Come si ricostruisce la fiducia? E’ una delle domande più frequenti dopo una delusione d’amore o un’esperienza professionale o relazionale che ha provocato rabbia e dolore. E’ legittimo chiedersi se e come si guarderà di nuovo il mondo con fiducia, ma dopo averlo fatto si dovrebbe attivare l’unica risorsa possibile per la pienezza della vita: non permettere al passato di influenzare il presente e immergersi nelle occupazioni che fanno parte delle passioni e dei talenti, senza riserve e senza ragionamenti inutili. Ci salva la passione, è l’amore a portarci fuori da ogni crisi.

Non siamo fatti per un atteggiamento di costante chiusura e non è possibile che una riduzione della fiducia negli altri sia parziale: non si sentono le emozioni solo un po’, si vivono in pieno oppure non si vivono affatto. La richiesta di ritornare alla fiducia è, di fatto, il desiderio di recuperare l’intensità delle emozioni: quando chiudiamo la psiche e mutiliamo la percezione emotiva non proteggiamo niente e nessuno e creiamo un danno psicofisico che può portare a malattia; prima o poi ci rendiamo conto di avere limitato le capacità creative e di realizzazione professionale, i guadagni economici, la disponibilità a fare nuovi incontri. L’unica strada, allora, è nutrire il fuoco che rischiava di spegnersi grazie a una dedizione totale a ciò che appassiona, travolge, tira via dai pensieri ossessivi su ciò che ha fatto male.

A chi serve continuare a ripetere che si è ricevuta un’ingiustizia? A nessuno, e non rende più affascinanti: annoia, stanca, danneggia la vibrazione relazionale. Ci si sente fare un pat pat sulle spalle mentre la gente si allontana in fretta verso compagnie più accattivanti. Il mistero vivido e attivo della passione e dei talenti, invece, è lì apposta per alleggerire l’anima. La parte razionale deve sedersi in panchina a favore di occupazioni che fanno divagare dal tema principale, atti senza scopo che hanno la capacità di recuperare un’energia potentissima: l’energia della cura. Non si elabora una delusione: la si mette da parte a favore dei rinforzi positivi che esistono sempre, basta saperli vedere.

Ritornare a fidarsi è un atto di fantasia creativa e l’unica scelta logica e possibile e si basa sulla semplice decisione di farlo.

So che a questo punto molte e molti di voi avranno già detto: “Sembra facile, ma la situazione è complicata”. No, mi dispiace ma non ci credo: non è mai complicato, dirsi che è difficile non fa altro che peggiorare la situazione. Se alcuni di voi vogliono rendersi importanti agli occhi del mondo sbandierando una delusione o un dolore possono farlo, ma dovrebbero rendersi conto che così facendo costituiscono le condizioni per ammalarsi nella psiche e nel corpo e diventare noiosi e poco graditi a chi sta intorno. Ritornare a fidarsi è una naturale constatazione dopo che ci si è accorti che la vita evolve, cambia, scorre: nell’eterno “adesso” che viviamo è inutile restare attaccati a eventi che, ormai, non ci sono più.