Accettarsi significa inizia a cambiare

Non posso accettare che il mio corpo abbia questa forma: è positivo che non mi accetti, così sono stimolata a migliorare.

Avete appena letto la più grande bugia, l’errore clamoroso in cui si incorre nella relazione con se stessi e con gli altri: credere che la critica e la mancata accettazione siano costruttive. Non lo sono mai: lottare contro alcuni fenomeni che ci riguardano, contro comportamenti o dettagli fisici o psichici significa esacerbarli, farli ingigantire alla loro potenza massima.

Un segnale aumenta la propria intensità se tentiamo ostinatamente di contrastarlo: vuole farsi sentire, non mollerà facilmente! Pensate alle vampate di calore in menopausa, che diventano quasi intollerabili nelle donne che ne rifiutano la presenza e le patiscono come una nemesi, ma arrivano e se ne vanno senza creare fastidio nelle donne che si limitano ad accoglierle sapendo che un senso devono pure averlo. Ed è vero: le mestruazioni sono sostituite, quando scompaiono, dalle vampate di calore che portano fuori residui sporchi, scarti metabolici, energie vecchie che non servono più. Inutile arrabbiarsi: dovremmo ringraziare il sistema psicofisico che aiuta a ripulirci dalle tossine nella fase in cui il ciclo mestruale si ferma.

Lottare contro una cosa che non ci piace è inutile e controproducente. Se siamo fatti in un certo modo significa che in quel momento storico serve che siamo così: lo stesso vale per le relazioni e per i comportamenti. Se ci rendiamo conto che alcuni elementi sono per noi negativi e sgradevoli l’unico modo per camminare avanti modificandoli è accettare e rasserenarsi.

Accettarsi e amarsi come si è diventa il più grande stimolo a cercare per se stessi il meglio: le cure, l’amore, il tocco fisico e psicologico, le migliorie non sono più correzioni di ciò che è brutto, ma conseguenze naturali del volersi bene. Se mi accetto e mi amo come sono troverò spontaneamente, senza dovermi impegnare, le vie migliori per stare sempre meglio.

In alcuni disturbi alimentari un approccio psicologico che funziona è togliere al cibo il senso del proibito e del segreto: mangia ciò che vuoi. Le abbuffate smettono o si attenuano molto: non si sta più lottando contro un mostro che non è altro che il sé. In effetti, fanno più danno gli ossessivi delle diete rispetto a un cibo scelto liberamente senza libri saggi in mano.

Amatevi, accettatevi, trovatevi belli e simpatici (belle e simpatiche): si può fare, soprattutto se pensate che il mondo intorno capta sempre ciò che pensate di voi stessi e rilancia in modo uguale. Accettandosi ci si avvia sulla strada della luce splendida che si è.