L’amore e le sue ossessioni: la domanda che manca.

Una delle più frequenti richieste di aiuto arriva da persone che si sentono bloccate in un innamoramento (o in un amore) che sta provocando tormenti: può trattarsi di una relazione finita o sospesa, di un tradimento non accettato, di un calo della passione erotica. Le persone che entrano nel mio studio con un peso di questo genere dimostrano immediatamente di avere un campo energetico pieno di emozioni rimosse, manipolate dalla razionalità, rallentate nel fisiologico fluire.

L’ossessione d’amore si esprime in molti modi: uno, classico, è tipicamente femminile e consiste nel presumere di conoscere molto profondamente il/la partner pretendendo di spiegarne le scelte recenti e passate. Il ruolo della psicoterapeuta improvvisata è simile alla crocerossina: non generalizzo, ma molte donne ci si ritrovano e basano la sensazione di essere amate sull’aiuto psicofisico che riversano su chi sta loro accanto. In realtà questa è una delle trappole peggiori: si chiama manipolazione e prima o poi mostra gravi limiti. A nessuno va a genio di essere guidato o istruito su come si vive, anche se la guida è la donna amata: ecco perché queste relazioni nella maggioranza dei casi entrano in crisi.

Qualunque sia il genere di tormento, comunque, la soluzione non è dedicarsi lunghe serate di confronto e chiacchiere e lacrime con gli amici: è uno dei modi peggiori per rinforzare ancora e ancora l’energia del trauma, della frustrazione, del dolore. Le confidenze reiterate non fanno altro che rendere presente mille volte ciò che fa soffrire, e non sono sane.

Quando si soffre per un amore che ha smesso di mostrare le sue gioie esiste una sola domanda vera: a cosa mi è servita questa esperienza? Equivale a: quale lezione devo imparare per evolvere e fare sì che la prossima volta la relazione funzioni meglio? Non rispondetemi che alcuni traumi non hanno messaggi o lezioni da dare: non è vero. Rabbia e dolore portano a negare l’importanza delle lezioni nascoste dietro gli eventi che ci coinvolgono, ma negarle non significa che non esistano.

Cogliere il senso, l’insegnamento e farlo proprio ha una diretta conseguenza: andare avanti, seguire il proprio destino, lasciare indietro i resti di una fine e abbracciare gioiosamente il nuovo che arriverà. Continuare a girare intorno a una perdita o alle recriminazioni è inutile e controproducente. La lezione è il segreto per uscire dalle emozioni negative, e non si coglie ragionando o sviscerando a parole l’esperienza vissuta: semplicemente, si sa. Si sente. Si scorge nel silenzio dell’accettazione e del mistero. Una voce parla dentro di noi, è incessante e saggia: sussurra volentieri ciò che può servire per farci stare meglio. Porre la domanda giusta e ascoltare la risposta è la Via della Cura.