E’ improprio e riduttivo, lo so, ma nel titolo ho voluto celebrare l’energia del denaro che nel giorno di Giove diventa massima nel suo meraviglioso colore blu.
Parlare di soldi se sei medico è pericolosissimo: come minimo ti si accusa di pensarci sempre e lavorare per quello. Non mi curo della gente che sfoga la frustrazione in internet, ma so che uno degli argomenti più in voga è l’insinuazione che riguarda la classe medica. Non raccolgo, non mi riguarda: ho chiaro il motivo del mio vivere nel mondo, nutro il massimo rispetto per il denaro come energia conseguente al dare e non come obiettivo primario dell’agire.
I soldi sono energia, si comportano come tale: ecco perché non esiste il male nel chiedere un giusto riconoscimento per il proprio lavoro, ecco perché lo sfruttamento dell’altrui prestazione professionale nel nome di una banalizzazione tendenziosa di ciò che si riceve è un atto che non potrà portare ricchezza a chi lo compie. In termini pratici: il pretesto di una “semplice chiacchierata”, una delle principali vie di accesso a una consulenza medica con dispendio di energia (tempo, conoscenza scientifica, valutazione esami, parere), non dovrebbe esistere. Per quel dono energetico il medico ha impiegato le proprie risorse, e lo scambio è la base dell’equilibrio nelle relazioni. Con un altro genere di professionista (idraulico, ingegnere, elettricista, avvocato) la semplice chiacchierata esiste solo al bar, al ristorante, in spiaggia, senza pareri professionali sotto mentite spoglie. Il motivo non è l’arrivismo: è che l’energia va onorata, sempre.
Se ti dono energia ne riceverò. Se ti chiedo energia te ne offro a mia volta. Questo è l’equilibrio.
E un pensiero coerente con le emozioni è fondamentale: se ti sto dando significa che ho tanto, che possiedo, che sono ricco. Che si tratti di un euro o un milione, non fa differenza: conta ciò che dentro si prova, contano le emozioni in abbondanza o in scarsità. Chi si pone davanti al denaro svilendone l’importanza deve essere consapevole di inviare un messaggio tipo ”mi fa schifo, non ne voglio”. Chi lo ama follemente e lo rende lo scopo principale della vita dice “non desidero altro che soldi, amore e salute e creatività non mi interessano”. Equilibrio, dobbiamo cercare l’equilibrio.
Idealmente dovremmo sempre tenere una certa cifra nel portafogli: attiriamo vibrazioni simili, non possiamo pensare di ricevere tanto denaro se con noi non ne teniamo, così come non possiamo credere che l’idea depressiva della scarsità sia foriera di grande ricchezza. “Come vorrei finalmente avere soldi” equivale a dire: “Non ne ho, sono senza soldi”. E si attira la stessa vibrazione depressiva e scarsa. “Ho quanto mi serve, sono fortunata! Che bello, ho potuto pagare le tasse o un caffè a mia zia, ho nella borsa i soldi che oggi possono essere utili e sto benissimo”. In questo caso l‘energia donerà altro, in più.
Energia non è solo emozione, pensiero, sentimento, fantasia. Abbiamo il primo chakra, quello alla base del coccige: è rosso e ci radica nella vita materiale, ci permette di vivere rispettando (senza esagerazioni ma anche senza autosabotaggio) il valore concreto e prezioso del lavoro e del denaro. Tutto è energia, anche il denaro.