Faccio ancora fatica. Conosco le fasi del lutto e le ho vissute in altri momenti della vita, ma essere consapevole aiuta solo in parte. In questi giorni provo a concentrarmi: Umberto Veronesi è morto, almeno nella forma fisica. Per quanto ci provi, non riesco a tenere fermo il pensiero più di un secondo perché sembra inaccettabile e la mente lo butta fuori. Non che mancassero le informazioni: sapevo tutto, ero a conoscenza dell’età anagrafica e di ciò che normalmente comporta. Eppure ho condiviso in pieno la frase sussurrata da Donata, la sua addetta stampa, quando insieme alla famiglia abbiamo visto entrare la bara a Palazzo Marino: «Mi rendo conto che credevo davvero che fosse eterno».