I pazienti bravi e buoni sono davvero i migliori?

Potremmo pensare che i pazienti buoni e bravi che aderiscono subito e senza discutere alle cure, i pazienti che si lamentano meno degli effetti collaterali e pongono pochissime domande alle visite preliminari e ai successivi controlli siano i più propensi a guarire. Pare non sia così. Se osserviamo la pratica quotidiana e leggiamo i libri di Bernie Siegel ci accorgiamo che, certo, i pazienti bravi e buoni sono ideali per i medici (e Siegel è un medico, un chirurgo) perché non mettono in crisi e non prolungano le visite con miliardi di questioni, ma non sono ideali per se stessi.

Sembra che i pazienti più propensi a guarire o comunque a vivere a lungo e in uno stato di benessere se la malattia è molto grave siano i più attivamente partecipi a ogni dettaglio della diagnosi e delle cure. Essere attivamente partecipi significa riflettere, domandare, informarsi, accettare o meno, discutere con i curanti.

Alludo ai pazienti che leggono, si fanno aiutare dai medici nel giudicare le informazioni che ottengono (non credono a tutto soprattutto su Internet dove si trova qualsiasi sciocchezza), sono critici nei confronti delle proposte che non li convincono ma anche aperti ad accettare le spiegazioni basate sui dati scientifici e sull’istintiva fiducia in chi li cura. Sono attivi, hanno capito una verità fondamentale: si lavora almeno in tre cioè paziente, medico e infermiere. E sto riducendo al minimo perché dovrei includere altre figure professionali importantissime e i familiari.

Partecipare alla propria cura significa sentirsi responsabili almeno parzialmente di quanto accadrà: lo stile di vita, lo stato mentale, l’analisi introspettiva per scoprire quali fattori psicologici ed energetici abbiano portato alla malattia hanno la medesima importanza rispetto alla medicina tradizionale.

Usare la mente per curare il corpo significa adottare stili di vita adatti alla singola persona ma anche scendere nel silenzio all’interno di sé per comprendere due fattori fondamentali:

  • a cosa sia servita o serva la malattia che si è presentata
  • come risolvere questioni del tutto personali in modo da riconvertire il processo e ottenere la guarigione