Con il pensiero e le emozioni possiamo trasformare la realtà fisica, la salute o malattia, gli eventi: questa verità contiene in sé la potenzialità per la più felice delle consapevolezze ma anche la condanna all’infelicità per chi rifiuta di accettare di gestire pensieri ed emozioni.
Siamo noi a creare la luce o il buio – sono i nostri pensieri carichi di emozioni – e più le emozioni sono forti e durature (belle o brutte non importa) più la creazione diventa certa e perfetta: ecco perché spesso le più grandi paure si verificano sul serio. La potenza creativa non distingue tra desiderio positivo e profonda paura: là dove il pensiero si unisce a intense emozioni, crea. La cautela nel desiderare, nel temere e nel lasciarsi ossessionare da passioni e fobie dovrebbe essere uno dei nostri primi obblighi verso noi stessi.
Quante volte in una crisi ci convinciamo che qualunque cosa accada tutto andrà male in ogni caso? Quante volte siamo circondati da gente che vorrebbe aiutarci, ma non sappiamo fare altro che lamentarci e ricordare al mondo che nessuno ci capisce, siamo tristi e soli, nessuno ha mai provato la disperazione che proviamo noi? Quante volte una relazione d’amore si complica perché si entra in un vortice di recriminazione e accuse senza che una delle parti decida di interrompere il disastroso insistere?
Per un periodo è normale che mente, emozioni (e corpo) restino congelati su dati univoci e visioni chiuse di una e una sola realtà: è l’effetto del dolore, del caos, dello smarrimento. Pensiamo a un lutto, alla perdita di un lavoro, all’improvviso crollare di una coppia consolidata che era convinta di amarsi: per un po’ è logico affrontare lo shock per le mutate condizioni girando sempre intorno a pensieri e attaccamenti emotivi. Ma se il loop diventa cronico – perdura per un tempo innaturale – il pensiero fisso intriso di emozioni buie e distruttive inizia a modificare in peggio la realtà. Lo fa con il mondo circostante, con le relazioni, con la salute del corpo.
Un circolo vizioso è un pericolo non tanto perché dentro ci si sta male e sembra che la sofferenza non finisca mai: il vero danno nasce dalla capacità creativa di quei pensieri e di quelle emozioni che, ripetuti ossessivamente e senza remissione, iniziano a creare pezzi di realtà.
Ciò che temiamo, odiamo, definiamo incubo diventa parte della verità fisica. La mente e le emozioni possono e dovrebbero essere sotto il nostro amorevole, benevolo ma fermo controllo.